Non c’è covid che tenga, proprio quest’anno arriva in Italia il vino della più importante cantina di Cina, capace di investimenti milionari e guidata da un consulente enologo austriaco – Lenz Maria Moser. Inizia con 4 etichette di punta targettizzando differenti mercati, dal pubblico giovane per un consumo al calice al vino da enoteca di fascia medio-alta.
di Giambattista Marchetto
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Il vino cinese sbarca in Italia a ottobre con le etichette di Château Changyu Moser XV
Quattro le referenze di pregio scelte per il nostro mercato due vini bianchi e due rossi che saranno disponibili in enoteche e ristoranti
L’eccellenza del vino cinese approda sul mercato italiano. Nonostante la crisi Covid e le difficoltà di un mercato Horeca in grossa difficoltà su scala internazionale, sbarcano infatti nel Belpaese alcune etichette di Château Changyu Moser XV, la casa vinicola con base nella regione di Ningxia nata dalla joint venture tra Château Changyu – l’azienda vitivinicola più antica in Cina fondata nel 1892 dal diplomatico Zhang Bishi – e l’enologo austriaco Lenz Maria Moser.
Il debutto a Monza il 6 ottobre
Sono quattro le referenze di Château Changyu Moser XV (due bianchi e due rossi) che saranno distribuite in Italia dal Gruppo Meregalli, specializzato nel segmento fine wines. Sono tutte a base Cabernet Sauvignon e fanno parte delle linee Helan Mountain, Moser family e Purple Air Comes From The Est. La presentazione ufficiale è prevista per il 6 ottobre a Monza.«È da tempo che con Lenz Moser abbiamo una fitta corrispondenza e ora, nonostante la situazione Covid dia ancora incertezze al mercato, abbiamo comunque deciso di iniziare – riferisce Corrado Mapelli, COO di Meregalli –. Il 5 e 6 ottobre faremo le prime presentazioni di questo importante progetto».
Operazione ambiziosa ma vincerà la curiosità
Viene da chiedersi se sul mercato italiano prevarrà la curiosità o la diffidenza. Secondo il manager di Meregalli ci saranno entrambe, ma sarà la curiosità a prevalere. D’altra parte, in un momento critico per i mercati internazionali, questa operazione risulta ambiziosa. «Lo è sicuramente e lo dico a prescindere dal momento – ammette Mapelli -. Però è anche un’operazione coerente, se l’obbiettivo che come azienda abbiamo è quello di proporre al mercato “i migliori vini” delle più rappresentative regioni di produzioni mondiali. Oggi la Cina è un’importante regione di produzione, giovane (parlando di vino) e con la necessità di farsi conoscere, ma con forti ambizioni e potenzialità».
Dunque questo progetto «consolida la voglia del Gruppo Meregalli di esplorare anche territori e zone differenti, che ben si affianca al progetto di V43 dove invece tutta la nostra attenzione è dedicata al ricco panorama vitivinicolo nazionale».